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SECONDO 4 é il pensiero di pubblicare la descrizione di molte piante da lui studiosamente osservate e delineate, e già aveane in pronto alcuni volumi. Quando vedendo il Dioscoride del Mattioli, e sentendosi da lui prevenuto, con rara modestia ne depose il pensiero, e trasmise tosto al medesimo Mattioli parecchie piante da lui non ancora vedute colle loro figure, acciocchè potesse giovarsene nelle posteriori edizioni che della sua opera pensasse di fare. Di questa sì generosa condotta del Ghini il Mattioli stesso ci ha lasciata una sincera testimonianza che ad amendue è ugualmente onorevole: Scio enim, scrive egli nel 1558 a Giorgio Mario (Epist. medichi. I. ri), ine maximam accepisse jacturam, cum mihi e vivis sublatus est Ghinus, in quo maximae et quamplures fulgebant animi dotes, inter quas praecipuum locum sibi vindicabant integritas, sinceritas, humanitas, fides. Nulla unnpiani in co fuit invidia. Cujus rei hoc maximum omnium praebebit indicium quod quum is decrevisset, ut recte scribit, volumina quaedam, quae de plantis conscripserat, una cum imaginibus in lucem edere, visis p&rlectisque commentariis nostris, non solum ad me gratulatorias scripsit literas, quod illuni pruevene ri ni, cjusque sublevaverirn lahorcs, sed et quamplurimas misit plantas, ubi earum imaginibus nostrum ornavimus Dioscoridem. Del Gli ini non si ha alle stampe che un trattalo del Morbo in Bologna, ove dopo il i547 fece ritorno, c prese duo vati tenie a tenervi scuola. Cosi ha afl'errr.alo il cliio^ riissimo sig. conte Fnntuzti (Scritt. ital. t. 4»