Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/223

SECONDO 8a3 luce, da Cesare Campana. Ma io non so accordare ciò che l editore racconta nella dedica di quest’opera coll’epoca della morte del Savorgnano fissata dal Zeno, e della prima edizione di quest’opera citata dal Fontanini, e non contraddetta dal Zeno, cioè nel 1599. Il Campana afferma che, poichè il co Mario fu morto, i nipoti di esso commisero ad alcuni uomini dotti la revisione e il compimento dell’ opera del loro zio; che questi dopo lungo tempo la renderono qual l’aveano ricevuta, senza averla migliorata punto nè poco; che allora il co Mario il giovane, un de’ nipoti, avea a lui confidata tal cura; ma che la difficoltà dell'impresa, ed altre sue occupazioni l avean costretto a impiegarvi otto anni. Or ciò supposto, se l'autore morì nel come potè quest’opera uscire la prima volta nel 1599? Io crederei anzi che l’edizione del 1614, ch'io ho soli’occhio, fosse la prima; ed essa certo non ha alcun indizio che ce la faccia creder ristampa. Checchessia di ciò, l’ opera del Savorgnano è assai vantaggiosa all’ arte della guerra per gli ottimi ammaestramenti ch’ ei dà pel buon successo delle battaglie per terra e per mare, e per le ottime riflessioni ch’ ei va facendo sugli antichi non meno che su’recenti combattimenti, nel che mostra che alla scienza militare era in lui congiunta non piccola erudizione dell’antica e della moderna storia. Ei dedicò la sua opera a' conti Girolamo, Giulio, Mario, Germanico, Marcantonio ed Ettore Savorgnani suoi nipoti, e nel proemio del terzo libro ei piange la morte immatura del primo, che mentre dava le più liete