Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/145

SrCONDO 745 di essa fu tutta opera di F. Paolo. Nulla di ciò egli scrisse; ma l Acquapendente, di cui parleremo nel capo seguente, nel suo trattato De oculo et visus organo, stampato nel 1600, in cui prima d’ogni altro parla di questa proprietà dell' uvea, confessa di esserne debitore al Sarpi: Quod arcanum (cioè della detta contrazione e dilatazione) obscri'atam est et mihi significatum a R. P. Magistro Paulo Veneto, Ordinis, ut appellant, Servorum, Theologo Philosophoque insigni, sed Mathematicarum disciplinarum, et praesertim Optices, maxime studioso (pars 3, c. 6). Questa scoperta ci mostra che il Sarpi era ancora nell'anatomia versatissimo, e noi ne vedremo un’altra più chiara pruova,* quando diremo nel capo seguente della circolazione del sangue. Lo studio dell’ ottica gli agevolò quello dell astronomia, in cui pure F. Paolo molto si segnalò. Il Galileo, che avealo in moltissima stima, sicchè giunse a dirlo comun padre e maestro, e ad affermare che poteva assicurar senza iperbole che niuno olt repass avaio in Europa di cognizione nelle Matematiche (Griselini, Mem. p. 211, 216); il Galileo, dico, soleva informarlo delle sue nuove scoperte intorno Saturno e intorno i movimenti di Venere (Galil. Op. t. 2, p. 558, ed. Pad.) t ben sapendo che il Sarpi era sostenitore delle sue opinioni. Una lettera da F. Paolo scritta al Lescasserio, e pubblicata dal Griselini al fine delle sue Memorie, ci mostra quanto il Sarpi dal trattare col Galileo, e dall osservare egli stesso i fenomeni celesti, si fosse avanzato nella scienza della teoria della luna. Il Griselini