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732 LIBRO hanno fra loro le linee orarie (Clavius in Gnomon.). L’aritmetica ancora fu da lui illustrata, e ne abbiamo innoltre diversi trattati sull'Astronomia, sugli Elementi, sulla Meccanica, sulle proprietà della Calamita, sulla Musica e su altre parti della Fisica e della Matematica. Per ciò che appartiene alla luce, del che qui trattiamo principalmente, ei pubblicò un’opera intitolata Photismi de lumine et umbra ad prospectivam radiorum incidentium facientes. Niuno si accostò più di lui a scoprire la vera maniera con cui si veggono gli oggetti. Ei riconobbe che l'umor cristallino raccoglieva e univa nella retina i raggi che escon da' copi, e spiegò i diversi fenomeni de’ presbiti e de’ miopi. Egli fu il primo a spiegar giustamente per qual ragione i raggi del sole passando per un foro di qualunque figura esso sia, e raccolti a una certa distanza, forman sempre un circolo, e perchè i raggi del sole in parte eclissato passando pel medesimo foro rappresentano quella parte del disco solare che non è ancora coperta. Egli spiega ancora la formazion dell’immagine che gittan gli specchi concavi in certe situazioni dell’oggetto, per la riunione de’ raggi ch escono da ciascun punto dell’oggetto medesimo, in altrettanti punti del piano opposto. Tante e sì belle osservazioni parea che dovesser condurre il Maurolico a scoprir finalmente come l’immagine dell’oggetto si dipinga nel fondo dell’occhio. Ma ei giunse, per così dire, alle soglie del vero, e non ardì di penetrarvi, atterrito forse, come riflette il Montucla, da cui ho tratte principalmente le riflessioni sulle