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4 3 LIBRO di S. Pietro con tanto maggior dispiacere di Roma e del mondo, quanto più ferme e universali erano le comuni speranze di avere in lui uno de più grandi pontefici di cui gloriar si potesse la Chiesa di Dio. Fin da’ più teneri anni erasi Marcello rivolto con grande ardore a coltivare ogni sorta di lettere, seguendo in ciò l’esempio e l’istituzione di RiCcardo Cervini suo padre, uomo assai dotto, e nella filo-' sofia singolarmente e nell’astronomia versatis-1 simo. In Montepulciano sua patria, indi in Siena ed in Firenze, attese allo studio delle lingue italiana, latina e greca, e in tutte scrivea con felicità e con eleganza. Non trascurò le scienze più gravi, e nella giurisprudenza e nella filosofia e nella mattematica fece lieti progressi Passato a Roma, venne accolto onorevolmente dal cardinale Alessandro Farnese che fu poi Paolo III, e in quella corte, ch era il centro della letteratura, si strinse in amicizia cogli uomini eruditi che la frequentavano, e sin/ larmente con Angiolo Colucci, con Anni hi Caro, col Lascari, col Lampridio, col Tebs dco, col Bembo, col Giovio. Il sacco di Roma costrinselo nel 1527 e ritirarsi a Montepulciano J e di quel tranquillo riposo si valse a tutto iin-l mergersi negli amati suoi studi. Poichè udì la creazione di Paolo III, fece ritorno a Roma, e rinnovò l’antica amicizia co’ dotti di (quella città. Formossi per se medesimo una copiosa e scelta biblioteca, e di niuna cosa godeva ei maggiormente, che di esaminare e confrontare tra loro gli antichi scrittori, correggerne i codici, illustrarne i passi oscuri; consultato