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246 LIBRO Cronaca. Ma il reo seme da colui sparso avea frattanto gittate profonde radici, e n era frutto il deridere e beffeggiare pubblicamente i predicatori cattolici, i quali pur troppo alla giustizia della lor causa non sempre univano allor quel sapere e quel tenore di vita che la rendesse più rispettabile. La cosa andò tant’oltre che, come narra Tommasino Lancellotto scrittore contemporaneo nella sua Cronaca ms. di Modena airanno 1538, quelli dell Accademia appuntavano ogni parola de Predicatori, e le interpretavano in mala parte, e han fatto scender di pergolo varii Predicatori per questo. E ciò sembra accennarsi ancora dal poc’anzi mentovato Ortensio Landi col dire: Troppo che fare mi darebbe quella (accademia) di Modena, se rivolti non avesse i studi suoi all' intelligenza delle divine scritture (l.2, parad. 27). Quindi il cardinale Morone, allora vescovo di Modena, scrivendo al cardinale Contarini a'3 di luglio del lò.fa., gli dice che omai non trovava più Religiosi che ivi volessero predicare: laltro jeri un Ministro dell'Ordine ingenuamente mi disse, che li suoi Predicatori non voleano più venire in questa città per la persecuzione, che gli fanno questi dell Accademia, essendo per tutto divulgato, questa Città esser Lutherana (V. Quirin. Diatr. ad vol. 3 Epist Paoli, p. 286). XIV. La nuova degli errori che cominciavano a spargersi per questa città, era giunta a Roma; ed ivi già si pensava a porvi Popporlnno riparo. Tra le Lettere del cardinale Sadoleto, due ne abbiamo su questo argomento scritte da Roma n M. Lodovico Caslelvelro c a’ suoi