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TERZO 1 j55 egli crede, tedesco vissuto nel x o nell’xi secolo, e reca il passo in cui egli chiaramente insegna a temperare i colori coll’olio. Gli editori dell’Antologia non dissimulano ciò che a questa autorità si potrebbe opporre; cioè che forse questa’ arte conosciuta nel secolo x e xi, fu poscia dimenticata, sicchè a Giovanni di Bruges si dovette ugual merito, come se l’avesse prima d’ogni altro trovata. Ma essi rispondono che il Vasari ha presi nella sua opera molti abbagli in ciò che appartiene alla storia e alla cronologia; che ha ancora creduto che prima di Cimabue fosse del tutto perita la pittura in Italia; e che perciò si può credere che anche parlando di questa invenzione ei sia caduto in errore. A me non sembra però, che questa sola risposta abbia gran forza. L’error del Vasari intorno allo stato della pittura prima di Cimabue è chiaramente provato con indubitabili testimonianze di autori contemporanei, anzi colle stesse pitture assai più antiche di Cimabue che esiston tuttora. Può egli dirsi lo stesso della pittura a olio? A provare che innanzi a Giovanni da Bruges e ad Antonello da Messina essa fosse usata, non basta recar le parole di un autore del secolo xi; perciocchè, come si è detto, potè che crede l’autore vissuto nel secolo su, pe ha pubblicata la prelazione e l’acquisto de’ capi (Codd. rnss. Dibl. Pi,micie, p. 33). Io non debbo trattenermi in ragionar di un autore che nulla ebbe di comune colla nostra Italia. Ma gli amatori della stona delle belle arti troveranno nel saggio che il detto sig. Morelli ce ne Ita dato, non poche belle e interessanti notizie.