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TERZO I73<) XVII. Or ciò presupposto, ecco in qual modo, secondo il Baldinucci, fu da Maso trovata l arte d’intagliare in rame. Era solito, dic egli, questo Artefice, ogniqualvolta egli intagliava alcuna cosa in argento, per empirla di niello, fimprontarla con terra, e gettatovi sopra zolfo liquefatto, veniva in essa talmente improntato il suo lavoro, che datavi sopra una certa tinta a olio, ed aggravatovi con rullo di legno piano carta umida, restava nella carta l intaglio non meno espresso, di quel eh’ è fòsse prima nell argento, e parevan le carte disegnate con penna. Siegue indi narrando che Baccio Baldini apprese, come si è detto, quest’ arte; che Antonio da Pollaiuolo superò di gran lunga, amendue; che Andrea Mantegna ancora coltivò quest’arte felicemente; ch’ella passò poscia un Fiandra, e che un certo Martino d’Anversa fu ivi il primo ad usarla, e che da lui poscia l'apprese il celebre Alberto Duro. Deesi qui avvertire che due errori ha il Baldinucei, e prima di lui qui commessi il Vasari con più altri scrittori. Martino non fu natio d’Anversa, ma di Culmbac in Allemagna, e cognominato Schoen; ed egli non fu maestro di Alberto Duro, il quale dovea bensì andare alla scuola di quel professore, ma uditane allora appunto la morte, recossi a quella di Michele "Wolgemuth pittore e incisore in Norimberga. Intorno a che veggasi la bella ed esatta opera del barone di Heineken stampata in Vienna nel 1771, e intitolata: Idée génerale d’une collection complette d estampes (p. 218). Ma ciò non appartiene allo scopo di questa