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TERZO *7^7 c sostengono che tra essi prima assai che in Italia era conosciuta e usata quest’arte. Coavi en ilmujue esaminar la quistione senza spirito di partito; e perciò convien prima accertare a qual tempo il Finiguerra vivesse. Secondo il Vasari ei fiorì verso il 1460. Il Baldinucci, che in un luogo afferma quasi lo stesso, dicendo ch’ei visse verso il 1450 (Vite de Pitt. t 4» P- ‘)> altrove ne fissa l’età al cominciamento del secolo xv (Orig. e Progr.j ec. p. 2). Questa è ancor l’opinione del sig Domenico Maria Manni (De Florent. Inventis, p. 79), il quale però ivi non ne reca pruova di sorta alcuna. Ma nelle note da lui aggiunte alle citate Vite del Baldinucci produce una carta del 1424, da cui si raccoglie che Maso in quell’anno era già morto: D. Nicolosa filia olim Tomaxii Finiguerrae de Finiguerris uxor Manni quondam Benincasae Mannucii Legnajuoli pop. Sanctac Felicitalis (l. dtp. 2). Questo documento sembra che non ci lasci luogo a dubitare intorno al tempo un cui Maso fiorisse. Ma se ciò è vero, come conciliare quest’epoca colle cose che di lui si raccontano? Il Vasari (Vite, t. 2, p. 432) e il Baldinucci (Vite, t. 4, p. 2) affermano ch egli fece alcune opere di scultura a concorrenza di Antonio del Pollaiuolo, il quale, come raccogliesi dall’ iscrizion sepolcrale dal Vasari medesimo riferita (l. c p. 438), era nato nel 1426, cioè due anni dacchè il Finiguerra era morto. Gli stessi scrittori raccontano che Baccio Baldini osservati avendo i lavori del Finiguerra, apprese quell’arte; ma non essendo felice nel Tirauoschi, Voi IX. 33