Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/473

TERZO 1687 Bernardino Corio. Oltre il Burlamacchi nominato poc’anzi, Gianfrancesco Pico della Mirandola ne scrisse la Vita e l’Apologia, la quale fu poi di nuovo pubblicata dal P. Quetif insieme con molti altri monumenti di quel tempo appartenenti al Savonarola (a). Or dopo le fatiche di tanti scrittori noi ne sappiamo bensì l’epoche e gli avvenimenti più ragguardevoli, ma non è forse ancor possibile il difinire con sicurezza, da quale spirito ei fosse condotto. Accenniamone dapprima in breve le principali notizie, e riserbiamoci a esaminarne poscia il carattere e l’eloquenza. Era il Savonarola’, nato in Ferrara nel 1452 da Niccolò figliuol di Michele celebre medico col;» chiamato da Padova, di cui abbiamo a suo luogo parlato. L’avolo prima e quindi il padre furon solleciti di farlo istruire ne’ buoni studj, ne’ quali egli felicemente si avanzò. Abbandonata poscia segretamente la casa paterna, e recatosi a Bologna, ivi l’an 1476 vestì l’abito di S. Domenico. Alcuni anni dopo cominciò a salire sul pergamo in Firenze, ma con sì poco felice successo, che determinossi a correre tutt’altra carriera. La fama nondimeno in cui era d’uomo dottissimo, fece che Lorenzo de’ Medici il richiamasse a quella città, ove l’anno 1diè di nuovo principio alla predicazione, e con esito sì diverso dal primo, che la chiesa di S. Marco (n) Una nuova Apologia del Savonarola ci ha data di fresco il P. Guglielmo Unitoli domenicano aggiunta alla \ita di S. Antonino, da lui pute composta e stampata in Firenze nel 1782.