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TERZO *^79 adunque eli ci comincia a parlare, ed io drizzo gli orecchi ad udirlo. Odo una voce armonica, parole scelte, sentimenti nobili e. gravi. Viene alla divisione, e nulla io vi trovo d'intralciato, nulla di inutile e nulla di ampolloso. Colle sue prove mi stringe, colle sue risposte mi assicura, coi’ suoi racconti m incanta, colla dolcezza della sua pronuncia mi rapisce. Se si fa talvolta a scherzare, io rido; se. mi incalza e mi preme, io mi arrendo e mi do vinto; se viene a più teneri affetti, mi cadon dagli occhi le lacrime; se si sdegna e minaccia, io mi atterrisco, e non vorrei esser venuto ad udirlo. In somma secondo le cose di cui ragiona, egli varia le figure e la voce, e col gesto sostiene sempre ed accompagna l azione. Anzi io confesso che a me sembra che egli sul pergamo si faccia di se stesso maggiore, e superi non la sua statura soltanto, ma la comune degli uomini. Così rimirando attentamente ogni cosa, io fui costretto a riconoscerlo come uom prodigioso. Credeva nondimeno che cessando la novità, dovesse piacermi meno di giorno in giorno. Ma avvenne al contrario. Ei mi parea diverso da lui medesimo nel dì seguente, ma migliore di quello che mi era sembrato ottimo il dì precedente. Nè ti sembri spregevole quel sì piccol corpo; ch’ esso è fermo e istancabil per modo, che sembra che dalle stesse fatiche raccolga novelle forze. Chi crederebbe che vi potesse esser racchiusa sì fatta voce, sì gran fuoco, e fianco così robusto? Aggiugni che io ho talvolta villeggiato con lui, e in casa ho con lui conversato