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14^3 LltKO visse lungamente alla corte de’ re di Napoli; che scrisse molte poesie, delle quali alcune ancor si leggevano; che fu uomo assai colto della persona e di singolar robustezza, e che morì in età di 74 anni. Di lui parla più lungamente il Mongitore (Bibl. sicula., t 2, p. 140, ec.), il qual ancor ne annovera le opere e le loro edizioni. Le Lettere latine, le quali per altro non sono molto eleganti, ne sono state di nuovo stampate in Napoli nel 1748, alla quale edizione sarebbe stato opportuno il premettere una diligente Vita del loro autore. Del Carbone parla il Giraldi come d’uomo ancor vivo, ma dice solo che ne correvano per le mani di molti alcune poesie. Il Pontano ne fa menzione più volte, e lo dice uomo di soavissimo ingegno (De Semi. I. a. 10) (*). Membro della stessa Accademia fu Elisio Calenzio natio della Puglia, di cui il Giraldi fa in altro luogo menzione (dial. 2, p. 563), dicendolo uomo assai ben disposto alla poesia, ma avvolto in amori, amico del Pontano, dell Altilio, del Sannazzaro, e povero di sostanze. Oltre ciò che ne scrive il Tafuri (Scritt. del Regno di Nap), t. 2, par. 2, p. 3;)6; t. 3, par. 5, p. 343), il dotto P. Lyron Maurino, avendone vedute le opere stampate in Roma nel 1503, ci ha date alcune più minute notizie intorno a (■*) Di Girolamo Carbone e di Pietro Gravina ragiona con molta lode il Valeriano, e narra la loro morte seguita circa il tempo medesimo in Napoli all’occasion della peste che l’esercito di Carlo V passato in quel regno dopo il sacco di Roma vi sparse (De infelic. Lilter. p. 19).