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SECOSDO 723 essa camminare sicuramente senza pericol d’inciampo. Anche questa gloria però deesi a questo medico valoroso, cioè eh1 egli fu un de’ primi a darle qualche principio di nuova luce, e» ne fan fede , non dirò già f opera De herbis et fructibus, animalibus, metallis, ec. che dal P. Angiolgabriello si descrive come opera diversa da quella degli errori di Plinio, ma che realmente è la stessa, ma bensì quella De Cassia fistula, de Manna, ec. in cui esamina alcuni passi di Dioscoride , e quella De Hipsade et pluribus aliis serpentibus, e finalmente quella De Tiro seu Fi pera, che si hanno alle stampe. Lo studio della storia naturale dovette giovargli non poco per quello della medicina, e in questo ancora abbiamo alcuni opuscoli del Leoniceno, fra’ quali è da osservarsi quello De Morbo Gallico. Fu egli forse il primo che scrivesse intorno a un tal male, il quale solo l’anno 1494 cominciò ad esser conosciuto in Europa (a). Il libro del Leoniceno fu stam(a) Ella è stata fino a’ nostri giorni opinione comune, che il morbo gallico non prima dell’epoca da me indicata fosse conosciuto in Europa. Alcuni più recenti scrittori han cominciato a combatterla , come si può vedere nell’opera su quella malattia, del celebre Astruc, il qual per altro sostiene I antica sentenza. A me par nondimeno , che oltre alcuni de’ documenti recati da quelli che la combattono , sieno una troppo evidente pruova a mostrare che più secoli prima era quella malattia conosciuta, due passi dell’opera di chirurgia di Guglielmo da Saliceto prodotti dal ch. sig. Vincenzo Malacarne { Velie Opere de’ Med. e de’ Cerus. t. 1, p. 18), e da lui attribuiti a M. Giovanni da Carbondala, come altrove si è detto , in cui descrive chiaramente la