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SECONDO ^l5 Tutto ciò dal Giovio. Tornato a Bologna, ripigliò ivi la cattedra filosofica, e la continuò fino al 1512, nel qual anno, secondo l’Ali dosi e il Gaurico , egli finì di vivere a’ 2 agosto; e il primo di essi aggiugne gli onori che dopo morte gli furon fatti, e recita alcuni epigrammi onde ne fu onorato il sepolcro e la memoria. Gli scrittori padovani, e anche il Facciola ti, senza recarne alcun fondamento, il fanno vivere sino al 1525. Ma i Bolognesi in ciò sono assai più degni di fede. Pare che nel detto anno 1512 ei dovesse interrompere la sua lettura per l’assedio che ne’ primi mesi di esso sostenne Bologna dalf armi spagnuole. Dettava egli allora i suoi Comenti sopra la Fisica d’Aristotele, ed avea appena cominciato il libro secondo, quando dovette cessare. Aggiunse perciò questa nota che ancor si legge nell’edizione del 1551: Hucusque nos prosecuti sunt audientes. Quod si amplius duras sent, noster labor longior fuisset, et haec postea recognoscent, quae fragmenta esse voluissem; sed fractionum fragmenta sunt; quoniam ei comminutiva fractio supervenit, Hispanis Bononiam armis impetentibus, et moenia machinis dejicientibus. Gratiae igitur Altissimo referantur eam custodienti

XIX. Gli elogi poc’anzi accennati, ne’ quali egli è paragonato ad Aristotele, ci fan conoscere in quanta stima egli fosse; e ne è pruova ancora il proverbio che dice l’Alidosi usato in Bologna a spiegare un forte e invincibil disputatore: aut Diabolus aut magnus Achillinus. Egli era gran seguace d’Averroe, come si afferma dal Giovio, e come le stesse di lui opere