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1224 LIBRO TERZO in lai modo questo religioso italiano a un dotto natio di Atene, e mostrando di aver ugualmente in pregio e in istima il sentimento di amendue (a). (a) 1W precedenti volumi abbiamo in questo capo parlato di quelli ancora che scrissero in lingua o provenzale o francese. La poesia provenzale in questo secolo era del tutto dimenticata, almeno in Italia. In Francia non abbiam cosa che meriti d’essere ricordata con lode. Accenneremo in vece il nome di un Italiano che della lingua spagnuola usò poetando felicemente. Ei fu Francesco Imperiali nobile genovese che visse alla corte di Castiglia al principio di questo secolo, e di cui in alcuni codici che conservansi nelle biblioteche spagnuole , contengonsi parecchie poesie castigliane. Di lui parla con lode e reca ancor qualche saggio delle sue rime D. Giuseppe Rodriguez de Castro (Bibl. e sparinola* Madrid, 1781, t. 1, p. 296, 297, 337, 345). Di lui ancora si parla nella Raccolta di Poesie castigliane anteriori al secolo xv pubblicata in Madrid l’an 1779 da D. Tommaso Antonio Sanchez (t. 1, p. (60 et p. 205). Fine della Parte II del Tomo VI.

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