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TERZO fI83 agio per non cessare dai diletti suoi studj e de’ viaggi medesimi che per la visita del suo Ordine dovette intraprendere, si valse per comporre il suo Hodaeporicon, ossia la descrizion de’ detti suoi viaggi, e delle cose in essi vedute; opera che molti lumi ci somministra singolarmente per la storia letteraria di que’ tempi (a). L’anno 1435 inviato dal pontefice Eugenio IV al sinodo di Basilea, si adoperò con zelo al pari che con destrezza per impedire i disordini che da quella adunanza si poteano temere, e per ricondurre a sentimenti migliori il Cardinal Cesarini, che n’era il principale ornamento. Da Basilea passò in Allemagna alla corte dell’imperador Sigismondo a nome dello stesso pontefice. Tornato in Italia, fu da Eugenio mandato al principio dell’anno a Venezia a ricevere l’imperadore e il patriarca de’ Greci venuti pel general concilio, e a condurli a Ferrara. A quella grande adunanza, anche dappoichè ella fu trasportata a Firenze, intervenne Ambrogio, e vi diè saggio del.suo vasto sapere, e della perizia che avea nelle lingue greca e latina, per cui dopo Niccolò Sagomi ino egli era creduto il più dotto e il più pronto interprete. Ebbe il piacere di veder conchiusa la riunione tra le due Chiese; ma poco poi sopravvisse, rapito da morte immatura a’ 20 di ottobre del 1439- Tutti gli scrittori di (a) L’ITndtirportcon di Ambrogio camaldolese fu «rampato in Lucra nel 1681 per oprn» del P. Aiccnlò Bartolini della Congregazione della Madre di Dio; ma 1 edizioue ne riuso» mancante c scorretta.