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6y6 libro differita fino al 1480. L’Argelati ne annovera le opere mediche che ne abbiamo alle stampe, fra le (quali la più pregiata sono i comenti sul nono libro di Almanzor. In esse, come osserva M. Portal, il quale ne giova credere che sia più esatto nelle osservazioni mediche che nelle storiche, ei tratta molte questioni d’anatomia, ed è stato egli il primo a fare qualche osservazione che poi i medici più recenti han pubblicata come lor propria. Deesi però qui correggere ancor l’Argelati, che a Giammatteo attribuisce un trattato intorno alle febbri, che è di Antonio de’ Gradi, milanese esso ancora, e medico a questi tempi, di cui parla poco appresso lo stesso Argelati, e insiem colle altre accenna quest’opera ancora (ib. p. G())). Ma qui pure egli cade in un altro fallo affermando che Marsiglio da Santa Sofia , da lui detto medico francese, stampò in Lione questo trattato delle febbri di Antonio de’ Gradi nel 1517, mentre già abbiamo osservato che Marsiglio era morto al principio di questo secolo, e quella edizione altro non debb’essere che l’unione del trattato di Marsiglio con quel del de’ Gradi, e di altri.

XIII. Non solo nella medicina, ma nella mattematica ancora e nella filosofia era profondamente istruito un altro medico milanese di questi tempi, cioè Giovanni Marliani. Secondo l’Argelati (l. cit. t. 2, pars 1 , p. 866), ei fu ascritto al collegio de’ medici milanesi l’anno 1440. Quando sette anni appresso si eresse in Milano l’università altrove da noi mentovata , Giovanni fu nominato professore di