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questo stesso studio fu poscia felicemente propagato per tutta 1 Italia. Fra essi si annoverano Leonardo Bruni, Poggio fiorentino, I ierpaolo Vergerio e Giannozzo Manetti, dei quali abbiam ragionato. Di Guarino, che gli fu pure scolaro in Costantinopoli, direm tra’ gramatici. Alcuni gli danno ancora a scolari Francesco Barbaro e Leonardo Giustiniani; ma il P. degli Agostini ha dimostrato l’insussistenza di questa opinione (Scritt, venez. t. 1, p. 138; t. 2, p. 31, ec.). Qui dunque ci restringeremo a dir di due soli che furono tra’ più famosi, cioè di Palla Strozzi e di Ambrogio camaldolese. Del primo scrisse la Vita quel Vespasiano fiorentino da noi nominato più volte; e io non posso a meno di non dolermi che gli scrittori fiorentini non l’abbiano pubblicata per illustrar la memoria di uno dei più grandi uomini che nascesser tra loro. Alcuni frammenti ne ha prodotti l’ab. Mehus, de’ quali qui ci varremo, aggiugnendo quelle altre notizie che ci verrà dato di raccogliere altronde. Frequente menzion di Palla, che era figliuol di Nofri o Onofrio, di antica e nobil famiglia in Firenze, troviam nelle Storie di Scipione Ammirato. Nel trattato per la presa di Pisa nel 1406 ei fu un degli statichi dati dai Fiorentini a’ Pisani (Stor. fiorent. t. 1, p. t)31). Molte ambasciate veggiamo a lui confidate, come a Lodovico d’Augiò nel 1411 a Jacopo della Marche re di Napoli nel 1415, nella qual occasione ei fu fatto da quel re cavaliere, ad Alfonso re d’Aragona nel 1423, a’ Veneziani nell’anno 1425 e nel 1434, a Eugenio IV nel