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ìtmo i 11*1 a Milano, e che per mezzo di lui ottenne che il Grisolora da Firenze colà si recasse. Se crediam nondimeno a Leonardo Bruni, quello stesso Niccolò Niccoli che tanto erasi adoperato per averlo in Firenze, fu egli medesimo che divenutogli mortal nimico, il costrinse a partirsene (V. Mehus, l. cit. p. 32). Già abbiam veduto nel parlar del Niccoli, che il Bruni e il Filelfo gli rimproverarono e questa ed altre somiglianti azioni indegne d’uomo onesto e di buon cittadino; ma abbiamo insieme veduto che le loro accuse non sono abbastanza fondate. Qualunque fosse il motivo per cui il Grisolora partì da Firenze molto prima che si compiessero i dieci anni stabiliti, è certo ch’ei venne a Milano, ed ivi tenne scuola di lingua greca, come dimostra il Sassi colla testimonianza di Francesco Filelfo De Studiis mediol. c. 8), il quale essendo in Milano, e avendo avuta in moglie una nipote di Manuello, dovea in ciò essere ben istruito. Altri scrivono ch’ei fu professore in Pavia, e pare ch’egli vi fosse, poichè il Parodi ne fa menzione, benchè per errore ciò si assegni al 1370 Elench. Act. Gymn. ticin. p. 135). Breve però fu ancora il tempo che il Grisolora passò in Milano, o in Pavia. Una lettera da lui scritta nel dicembre dell’anno 1404 al pontefice Innocenzo VII, citata dal P. degli Agostini (Scritt. venez. t. 2, p. 35), ci pruova ch’egli era allora in Venezia ambasciadorc dell1 imperador ManueUo, e di là poscia dovette passare collo stesso carattere a più altre corti. E prima che in Venezia par ch’ei fosse in Roma; poiché il Lanibccio