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TERZO IIo5 phus, che va ad essi unito, e in cui descrive il solenne ingresso di Alfonso in Napoli a’ 26 di febbraio del 1443 sono le opere storiche che ne abbiamo; e la prima, come afferma il Pontano (De Liberalitate), fu dal re Alfonso ricompensata con un dono di mille scudi d’oro. Egli avea ancor preso a scriver la Vita del re Ferdinando successore di Alfonso, ma di questa nulla ci è pervenuto. Se ne hanno ancora cinque libri di lettere (a), alcune orazioni , e alcune poesie latine , oltre più altre clic si giacciono inedite. Fra queste ultime è l’opera in versi intitolata Herniaphrotlitus, di cui si conservano pochi codici a penna in alcune biblioteche; opera che se ottenne in que’ tempi all’autore la fama di elegante poeta, gli recò ancora la taccia di scriltor lascivo ed osceno (ò). Poggio, che pur non era il più casto uomo del mondo, non potè a meno di non » (a) Non vuolsi ommettere che una raccolta delle Epistole del Panormita col titolo Antonii Panormitae Epistolae familiares et Campanae era già stata fatta in Napoli fin dal secolo xv, ma senza data d’anno. Di essa ragionano il P. Audifredi (Catal, rom. Edit. p. 174;) e il sig D. Jacopo Morelli (Bibl. Pinell. t. 2, p. Della vita e delle opere del Panormita veggasi ancora il Soria (Storici nap. t. 1, p. 72, ec.). (b) Si può vedere l’esatta descrizione che di uno de’ codici dell’Ermafrodito, cioè di quel che conservasi nella Laurenziana , ci ha data il ch. sig. canonico Bandini (Cat. Codd. lat. Bibl. Laur. t. 2, p. 106, ec.), il quale riporta i titoli di ciaschedun epigramma. Ei ne ha anche pubblicate alcune epistole inedite (t. 3, p. 606, ec.).