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688 LIBRO tornato alle antiche dissolutezze ricadde più gravemente infermo, e morì. Di che sdegnati i figli di esso, e mal volentieri soffrendo che il medico italiano seco avesse portati sì gran tesori, gli spediron dietro, e raggiuntolo, sotto pretesto di veleno dato al lor padre, gli fecer prima soffrire l’inumano spettacolo di vedere il picciolo suo figlio segato vivo tra due tavole, e poscia lui ancora uccisero collo stesso crudel! tormento. Di questo fatto parla anche il Giovio (Elog.p. 37'); ma ei ci rappresenta il Zerbi come un impostore ucciso perchè non avea attenuta la parola da lui pazzamente data al Turco di risanarlo. Deesi però avvertire che il Giovio fa qui f elogio di Marcantonio dalla Torre medico veronese stato suo maestro in Pavia, e che avea impugnata con qualche asprezza l’opera anatomica del Zerbi, di cui ora diremo. Ed è perciò assai probabile che da lui apprendesse il Giovio a parlare con disprezzo di questo medico. Il marchese Maffei accenna alcune opere mediche e filosofiche di Gabriello, che si hanno alle stampe (Ver. illustr. par. 2, p. 248), fra le quali la più celebre è quella di Anatomia stampata in Venezia nel 1502. M. Portal ne ha dato un estratto (Hist. de l’Anatom Anatemi. 1,p. 247, ec.) in cui rileva alcuni errori da lui commessi, ma riflette insieme che alcune osservazioni anatomiche sono state prima che da altri fatte da Gabriello. Ei poteva però ommettere la riflessione che fa sul titolo di medicus theoricus, preso in questa opera da Gabriello. Questo titolo, dice egli, pruova c/i ei si vantava del suo talento nel ragionare. Ma chi sa