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1094 LIBRO si accennano, e desidero che si consultino da chi ne ha l’agio i monumenti milanesi di questi tempi, per rischiarar questo punto. Ma quanto all’epoca della morte del Corio, il Corti, che gli ha fatto il surriferito epitaffio, morì nel 1511, come afferma l’Argelati (l. cit p. 542) provarsi da una lettera di Jacopo Antiquario, il qual pure morì nel 1512. Era dunque anche il Corio già morto, quando il Corti finì di vivere. Ma che direm noi della carta del 1513 accennata dall1 Àrgelali? Forse ivi si nomina un altro della stessa famiglia e del medesimo nome; forse è corso qualche errore nell’anno. Checchè ne sia, noi troviamo su ciò dei nodi difficili a sciogliersi senza un più esatto studio delle memorie di quell’età (*). Or tornando alla Storia, ella è scritta in lingua italiana, ma assai rozza, e accostantesi molto al latino, secondo il costume d’allora. Ne' tempi antichi egli ancora è scrittor favoloso. Ma quando viene (*) Il dubbio qui da me proposto, che forse due Bernardini Corii vivessero al tempo stesso in Milano, cambiasi in certezza coll’autorità di un codice che si conserva in Milano presso il sig. abate don Carlo de’ marchesi Trivulzi. Contiensi in esso la nota de’ beni che si mettevano alle grida in Milano; e all’anno 1491 si legge: Spectabilis Domina Agnes de Fagnano filia quondam Domini Franc.iscì et uxor spectabilis Domini Bernardini de Coyris porte Vercelline Parochie SS. Naboris et Felicis , ec. E questi è lo storico ch’era figlio di Marco. E all’anno 1499 si legge; Dominus Bernardinus de Coyris filius quondam Domini Johannis porte Verrei line Parochie Monasterii Novi Mediolani. Par nondimeno che l’epitaffio del Corti appartenga allo storico , come ci mostra quell’espressione: Annalium inversor.