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SECONDO O87 pruova il Facciolati (l. cit p. I3-), ei fini miseramente i suoi giorni. Piero Valeriano ce ne ha lasciata memoria nella sua opera poc’anzi citata (De Infelic. Liter. l. 1). In essa dice dapprima che trovandosi Gabriello in Roma a’ tempi di Sisto IV, cioè tra’i ’l 1474 e ’l 1484 in una numerosa adunanza di teologi e di filosofi egli ebbe l’ardire di tacciar d’ignoranza lo stesso pontefice, e che temendone perciò lo sdegno, fuggissene a Padova (a). Soggiugne poi, che essendo caduto gravemente infermo uno de’ principali tra’ Turchi, questi mandò chiedendo ad Andra Gritti, che fu poi doge di Venezia, qualche valoroso medico che andasse a curarlo. Fu scelto Gabriello, ed egli lieto della speranza di gran tesori, andossene con un picciol suo figlio, e intrapresa la cura. gli venne felicemente fatto di risanare l’infermo. Carico dunque di preziosissimi donativi d’ogni maniera tornossene in Italia; quando frattanto il Turco (a) Se è vero ciò che deila disputa tenuta dal Zei bi in Roma, in cui tacciò d’ignoranza il pontefice Sisto IV, narrasi dal Valeriano, convien dire che il latto accadesse dopo il perciocché in quest’anno ne fu stampata in Rologna la Metafisica, e nella copia m pergamena, che luttor ne conserva la Vaticana, vedesì una miniatura in cui 1’autore offre a quel pontefice il suo libro. E s’egli fuggì allora da Roma, certo vi fece poscia ritorno, e nel 14&) pubblicò ivi un suo libro intitolato Gcrontocomia, in cui espone il includo di vita che tener debbono i vecchi, e dedicato ad Innocenzo \ III. Anzi ei dovea già da qualche tempo esser professor di medicina in Roma , perciocché l’anno i^qo allo stipendio che come professore di medicina egli avea di 15o fiorini, se ne aggiunsero altri 100 (Marini Degli Archiatri pontif. t. 1, p. 3io; t. 2, p. 238).