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TERZO I 09I c di buon senso. Alla Cronaca ha aggiunta la serie degli arcivescovi di Milano fino all’an 1489, la quale però riguardo a’ tempi più antichi non è molto esatta. Quest' opera fu data alla luce nel 1492 e dopo questa prima edizione niu111 altra più se u' è l’atta, benché ella pur fosse degna assai più di molte altre di uscir di nuovo in pubblico. Nulla sappiamo delle particolari circostanze della vita da lui condotta, ed è incerto ancora in qual anno ei morisse. L1V. Tutti questi scrittori avean distese le loro storie in lingua latina. Un altro ne ebbe Milano, che accintosi a formare una nuova e più diffusa Storia della sua patria , volle in ciò usare della lingua italiana. Ei fu Bernardino Corio, uomo per nobiltà di stirpe e per onorevoli impieghi illustre, ma più ancora per l’opera che ci ha lasciata. Ei nacque agli 8 di marzo del 1409, come egli stesso racconta (Hist ad h. a.), nominando sette nobilissimi personaggi che intervennero al suo battesimo; e nel 1474 egli era già cameriere del duca Galeazzo Maria (ib. ad h. a.). Nella prefazione alla sua Storia e nel decorso della medesima (ad a. 1 485) narra che 1* anno 1485 essendo travagliata la città di Milano da grandissima pestilenza, egli, ritiratosi in villa, prese a scrivere la detta Storia per comando di Lodovico il Moro, il quale ancora a tal fine gli assegnò un annuale stipendio; e che con fatica insieme e con ispesa non ordinaria continuò in tal lavoro fino al 1502, e terminolla poscia, come avverte nel fine di essa, a’ 25 di marzo del 1503. In quest’anno medesimo ella fu data alle stampe, l