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TERZO 107 (J perita gran parte; perciocchè ciò che ne abbiamo, e che è stato prima d’ogni altro pubblicato dal Muratori (Script rer. ital. vol. 19, p. 623), non giugne che alle prime spedizioni di Francesco, cioè fino all1 anno 14^4» e quasi solo ragiona del padre. Abbiamo ancora di Leodrisio Crivelli la narrazione dell’apparato per la guerra turchesca fatto da Pio II, data alla luce dal medesimo Muratori (ib. vol. 23, p. 21), un’elegia in lode di Lazzaro Scarampi eletto vescovo di Como nel 1461, che si ha presso l’Ughelli (ItaL Sacra t. 5 in Episc. commens.), e prima di lui era stata da Benedetto Giovio inserita nella sua Storia di Como (l. 2), la traduzione dell’Argonautica di Orfeo stampata da Aldo nel 1523, di cui però si sa solamente che è autore un Crivelli, alcune orazioni per ultimo in lode di Francesco Sforza , e sopra altri argomenti, qualche traduzion dal greco, e qualche altra opera inedita, il cui catalogo si può vedere nella prefazione dal ch. Sassi premessa alla sopraccitata Storia di Francesco Sforza , presso l’Argelati (Bibl. Script, mediol. t. 1, pars 2, p. 512; t. 2, pars 2, p. 1982), e presso Apostolo Zeno (Diss. voss.t. 1, p.346,ec.). La difficoltà sta nel decidere se tutte queste opere si debbano attribuire ad un medesimo autore, o non anzi debban dividersi in due, o forse più ancora. Il Sassi è stato il primo a pensare che almen due Leodrisi Crivelli vivessero al tempo stesso (l. cit. et Hist. typogr. mediol. p. 7, 9, 14^); e Y autorità di un sì dotto scrittore ha tratti molti nel medesimo sentimento. Ei crede adunque che il Leodrisio