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TERZO 1063 nelle scuole, mentre eran fanciulli Paolo Cortese e Paolo Giovio, com’essi stessi raccontano (Cortes, de Homin. doct.p. 16; Jov. E log. p. (68). Il primo però (di questi scrittori ne parla con poca stima, dicendo che, benchè abbia uno stile ornato, non è però colto per modo, che possa più leggersi senza noia; e che quel libro vix comparet, et bene olet, ut dici tur, quod nihil olet. E certo niuno ora ardirebbe di proporre il Vergerio come modello di latina eleganza. Ma al tempo in cui visse, ei potè a ragione goder la fama di un de’ più colti e de’ più dotti scrittori che allor fiorissero. I suddetti autori però non fan menzione di un opuscolo del Vergerio, che si conserva in questa biblioteca Estense, intitolato: De statu veteris et inclitae urbis Romae; ed è a vedersi ancora ciò che osserva il Joly su un compendio di Quintiliano a lui attribuito (Remarq. sur le Dict, de Raj le, art Verger). XL1V. Due altri scrittori padovani dobbiam qui accennare, Michele Savonarola, di cui abbiam detto più a lungo nel parlare de’ medici, e di cui abbiam due libri intitolati: De magnificis ornamentis regine c ivi tatis Paduacy dati in luce dal Muratori (Script. Rer. ital. voi. , p. ii 35, ec.) , nei quali tratta delle cose più ragguardevoli, e degli uomini più illustri di quella città; e Giandomenico Spazzarini autor di un’opera latina inedita da lui intitolata’ Storia Veneziana , ma che veramente si può anzi dire Storia Padovana, perchè di Padova e de’ Padovani principalmente ragiona. Di questa Storia , che giunge fino al 1509), e dell’autor di