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1060 Limo reca il Papadopoli pruo\a alcuna, ma nondimeno il fatto sembra assai verisimile. Non così ciò che narra il P. Niceron, cioè che il Zabarella fosse non molto appresso fatto vescovo di Padova, e che ciò rendesse sempre più caro al Vergerio il soggiorno di quella città; perciocchè abbiamo a suo luogo osservato che il Zabarella fu bensì nominato a quel vescovado, ma el11 egli se ne sottrasse. Qualche tempo ancora trattennesi il Vergerio in Rimini , come raccogliam da una lettera, in cui egli amaramente si duole del Cardinal d’Aquileia, che avealo costretto a sloggiar dalla casa ivi da lui presa a pigione (Script. rerum. ital. l. cit. p. 235). Ma come la lettera è senza data di tempo, così non possiamo sapere a qual anno ciò appartenga. Insieme col Zabarella fatto già cardinale andossene al sinodo di Costanza, ed ebbe ivi il dolore di perdere in lui il principal suo protettore , il quale morendo gli diede l’ultima pruova del suo affetto , lasciandogli per legato alcuni de’ suoi libri (ib), p. 201). Fin quando vivesse il Vergerio, non si può accertare. Fra Jacopo Filippo da Bergamo, citando l’autorità di Pio II, lo dice morto in Ungheria a’ tempi del concilio di Basilea (Supplirà. Chron. ad an. 1428). Ma questo pontefice afferma bensì (Desc. Europ. c. 2) el11 ei morì in Ungheria, e che morì ai suoi giorni, nostra ætate, ma non afferma che ciò avvenisse in tempo del suddetto concilio. Probabilmente ei fu condotto colà dall’imperador Sigismondo, che potè conoscerne il sapere in Costanza e ciò sembra