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io54 Mimo Mixtus odos cereri et dapibus pornisque meroque. Et veniens tetro carcere mixius odos. Comprdibns duro» pnt.tur una tibia callos; Omnia sunt in orti» cauta suprema , ve. Così siegue descrivendo i patimenti della sua prigionia, e aggiugue di essi lo condurrebbono alla disperazione , se ’l pensiere della moglie e de’ figli nol serbasse in vita. Sembra che la carcere gli fosse poi cambiata in esilio - perciocché in altra elegia or si duole d’essere già da più anni lontan dalla moglie, or dice che aspetta stagion più lieta per tornarsene a Roma (a). 1 otte le poesie contenute nel detto codice furono probabilmente composte o prima di queste sue sventure, o nel tempo di esse, poiché 11011 vi troviamo menzione de’ diversi padroni a’ quali poscia servi. Fu segretario di Alfonso re di Napoli. e per ordin di lui andossene al campo de’ Veneziani per fare una esatta storia di quella guerra. Servì poscia ancora a Federigo di Montefeltro conte e poi duca d’Urbino, e a Sigismondo Mal a te sta signor di Rimini; e in nome del secondo fu invialo (a) Delle vicende di Porcellio, e dell’odio in cui per lungo tempo ei fu presso tutti, parla anche Alberto Carrara in un suo epigramma inserito ne1 codice giii citato de’ sigg. conti Carrara Beroa:

Homines tua jurgia , cari uni,

Diquc horrent, et te protinus urbe fugant; Te Insubres, te ltoina lugal, Palai iuaque non vulta Terra pati, ec. In altre poesie ancora ei declama contro Porcellio non meno che contro Antonio Panormita per le laidezze, di cui imbrattavano i loro versi; ma li fa egli stesso in maniera che resta dubbioso chi tra lor sia più osceno.