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TERZO 1017 altri libri aggiunse alla suddetta sua Storia, i quali però non sono mai usciti alla luce, e la Descrizion di Venezia in tre libri, e un dialogo ancor pubblicò intorno a’ veneti magistrati, e due poemetti in lode della Repubblica stessa. A lui parimente fu confidata la cura della pubblica biblioteca, benchè essa non avesse ancora una stanza fissa e opportuna al bisogno. Questi onori non fecer punto rallentare al Sabellico la continua applicazione agli amati suoi studj, e chiare prove ei ne diede nelle moltissime opere che venne successivamente mettendo in luce. Molti degli antichi scrittori furono da lui illustrati con dichiarazioni e con note, come Plinio il vecchio, Valerio*Massimo, Livio, Orazio, Giustino Floro ed altri. Molte parimente son le orazioni, molti gli opuscoli morali, filosofici, storici, molte le poesie latine; tutte le quali opere occupano quattro tomi in foglio, oltre più altre che non han veduta la luce. Fra le stampate la più voluminosa è la Storia generale dalla creazione del mondo fino al 1503, da lui intitolata Rhapsodiæ Historiarum, opera in cui la critica è qual poteva essere allora; e lo stile non è per certo il più elegante del mondo, ma che fu nondimeno accolta comunemente con grandissimo plauso, e recò all’autore encomj e premj non piccoli. Di tutte queste opere, e de’ giudizj di esse dati dagli uomini dotti di quella età , di più altre cose appartenenti alla vita di questo storico, e singolarmente dell’accademia da lui adunata in Venezia, veggasi la Vita scrittane da Apostolo Zeno. Il Sa bellico finì di vivere nel 1506 dopo una