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TERZO io:»** mileSj ut qui eam annos quadraginta fuerim secutus, et certe minori cum emolumento. quam deceat eum, qui non omnino fuit alianus a virtù te et studiis humanitatis (Op. p. 292). Ma o fosse che le sue speranze anche sotto questo pontefice non fossero soddisfatte, o fosse che i Fiorentini il volessero ad ogni patto, egli giunto all’età di settantadue anni, cioè nel 1452, partì da Roma, e fece ritorno a Firenze, ove ebbe l’onorevole impiego di cancelliere, e fu ancora una volta eletto priore delle arti. Questi ultimi anni della sua vita passò egli in gran parte in una sua villa poco lungi dalla città , come raccogliamo da due lettere, una di Enea Silvio a Poggio, l’altra di Poggio al medesimo Enea Silvio (ep.307,309), e ivi attese singolarmente a scrivere la sua Storia, finchè giunto all’età di settantanove anni, a’ 30 di ottobre dell’anno 1456 finì di vivere. Fra gli altri onori con cui i Fiorentini ne illustrarono la memoria » 11110 fu quello della statua di marmo che gli fu posta a Santa Maria in Fiore, la quale poi, come si afferma dal Recanati, colf andar del tempo fu destinata, il che pure più altre volte è avvenuto, a rappresentare un Apostolo.

XXXI. Il medesimo Recanati ha raccolto gli encomj con cui han favellato di Poggio molti scrittori di que’ tempi, come Benedetto Accolti, Bartolommeo Fazio, il poeta Porcellio, Carlo Marsuppini, Donato Acciaiuoli, a’ quali si possono aggiugnere alcune lettere a lui scritte dall’ab. Girolamo Agliotti, in cui non sa finir di lodarne l’erudizione e la dottrina (l. 1, ep. 15, 285 l. 2, cp. 4l- \y’?p 5, 6; ec.). E certo