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I018 LIBRO posta inoolti’e sul petto la Storia fiorentina da lui composta, la qual cerimonia solenne è ampiamente descritta da Naldo Naldi nella Vita del Manetti (Script. rer. ital, vol 20, p. 643, ec.). Se ne vede ancora il bel sepolcro di marmo nella chiesa di Saula Croce. XXV ILI. Leonardo (fu avuto in conto di uno de’ più dotti uomini del suo tempo; e Vespasiano, citato dal co. Mazzucchelli, afferma di aver veduti egli stesso più forestieri spagnuoli e francesi venuti a Firenze sol per conoscerlo di presenza; e che uno spagnuolo fra gli altri, che dal suo re era stato incaricato di visitarlo, gli s’inginocchiò innanzi, e a gran fatica s’indusse a rialzarsi; e aggiugne che Alfonso re di Napoli invitollo colla speranza di grandi onori alla sua corte, ma inutilmente. Se ne lodano ancora communemente i savj ed onesti costumi; e l’unico vizio che, secondo Rafaello Volterranno (Comment l. 21), in lui videsi, fu l’avarizia. Ei fu lontano comunemente dalle ostinate e furiose inimicizie che ardevano allora fra’ letterati; e solo contro di Niccolò Niccoli ei si rivolse con un’amara invettiva, che è inedita, intitolata Oratio in Nebulonem male diclini , del che abbiamo altrove esaminata l’origine, e abbiam veduto che in questa occasione non si può Leonardo difendere dalla taccia o di adulatore, o di calunniatore (t. 6, par. 1, p. 121). E questa discordia spiacque a tutti per modo, che lo stesso Poggio, il qual per altro non pareva l’uom a ciò più opportuno, si adoperò ad estinguerla (Poggii Op. p. 306, 347, ed. Basil. 1538); e una lettera di Ambrogio 0