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TERZO!007 un’elegia alla Madre di Dio ei parla a lungo di sè medesimo, de’ suoi studi, ile’ suoi travagli, e di altre circostanze della sua vita. Ma il Calvi dee aver preso equivoco, e forse in vece di elegia dovea dire un lungo poema in versi eroici diretto alla Madre di Dio. Esso conservasi ms. con molte altre opere del Carrara presso i signori conti Carrara Beroa nobili bergamaschi; e di questo codice e delle opere in esso contenute io ho avuta un esattissima descrizione dal sig. ab. Carlo Foresti, in cui tutto ciò che al Carrara e ad altri scrittori in quelle poesie nominati appartiene, ha con somma diligenza raccolto. I confini tra’ quali la natura di quest’opera mi costringe a racchiudermi, non mi permettono di stendermi lungamente su ciò. Ma sarebbe desiderabile che alcuno prendesse a esaminare anche tutti gli altri codici che delle opere del Carrara si trovano in diverse biblioteche, e ne formasse un’esatta Vita di quest’uomo, che merita di esser più conosciuto, che non è stato finora. Io sarò pago di accennare che dal suddetto poema raccogliesi che il Carrara ancor fanciullo, mentre col padre per sottrarsi alle calamità della guerra fuggiva da Bergamo, fu fatto prigione dagli Sforzeschi e trattato barbaramente; che riscattatosi poscia, trovossi ridotto a una estrema povertà; che passò indi a Padova per attendere agli studi; e che e ivi e in Bergamo, ove talvolta dovette fare ritorno , fu soggetto a molte disgrazie, che da lui descrivonsi con patetico stiie; che ebbe due mogli, Margarita della famiglia dei Proposuli detta ora de’ Passi, e, mortagli quella in età