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9JP libro difetto però forse era allor necessario per risvegliare dal sonno in cui vergognosamente giaceansi la maggior parte degli uomini, e per togliere interamente il disprezzo in cui quegli studj erano stati fino a quel tempo. E alle medesime circostanze deesi attribuire f altro difetto in cui, come altrove abbiamo osservato, cadde talvolta Pomponio, cioè di adottare per veri alcuni monumenti d’antichità che or si credono, e a ragione, supposti.

XI. Molte, e di genere tra lor diverse, son le opere che di Pomponio ci son rimaste. E cominciando da quelle che più appartengono a questo luogo, parecchi trattati egli scrisse a illustrare i costumi e le leggi della Romana Repubblica , e lo stato di Roma antica; cioè intorno a’ sacerdozj, a’ magistrati, alle leggi, insieme con un compendio della Storia degli liuperadori romani dalla morte di Gordiano il giovane fino all’esiglio di Giustino III Il trattato de Romanae Urbis vetustate, ossia de antiquitatibus Urbis Romae, che pur si ha alle stampe, credesi da alcuni opera supposta a Pomponio. Un opuscolo ancora ne abbiamo intorno all’origine e alle prime imprese di Maometto. Adoperossi egli innoltre non poco in correggere ed in comentare le opere degli antichi scrittori. Le prime edizioni che si fecero di Sallustio, rivedute furono da Pomponio, e confrontate con molti codici; nel che egli giovavasi della scelta e copiosa biblioteca che avea in sua casa raccolta. La stessa diligenza egli usò per riguardo alle opere di Columella, di Varrone, di Pompeo Festo, di Nonio Marcello.