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9^8 LIBRO dell’Accademia romana, in cui essi si raccoglievano: delle quali adunanze, e delle feste e delle erudite conferenze che ivi tenevansi, abbiam detto altrove. Uomo a primo aspetto severo e rozzo, parea ancora nel parlar famigliare lento e stentato, e di lingua non bene sciolta. Ma quando parlava pubblicamente, non v’era chi ragionasse con più piacevolezza e più felice eloquenza. Nimico dell’adulazione e del fasto, appena mostrava di conoscere i grandi e osserva il Ferno, che al solo Cardinal di Carvaial non v’era contrassegno d’ossequio ch’ei non rendesse. Ciò non ostante tutti faceano a gara nell’onorarlo, e nel somministrargli denaro, e qualunque altra cosa di cui abbisognasse il che videsi principalmente in una sedizione che eccitossi in Roma a’ tempi di Sisto IV l’anno in cui l’infelice Pomponio si vide spogliato d’ogni cosa. Nel Diario di Stefauo In fessura pubblicato dal Muratori si accenna ciò che allora egli ebbe a soffrire: Et ancora intra l’altre (fu messa a sacco) la casa di Pomponio Leto, al quale forno tolti quanti libri aveva con tutta V altra roba e vestiti; e lui in giubbetto coi borsacchini e con la canna in mano se ne andò a lamentare co’ superiori (Script Rer. ital. t. 3, pars 2, p. li 63). Ma presto ci si vide ben compensato da sì gran danno perciocché, come narra il Sabellico, tante cose gli furono inviate in dono dagli amici e dagli scolari, ch' ei ne fu per avventura provveduto meglio che prima. Questo scriitor medesimo non dissimula una taccia che fu data a Pomponio, cioè di essere