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TERZO CjG3 quJi venivano a Roma per conoscere un uom sì famoso, facendosi a interrogarlo curiosamente chi e donde fosse, ei rispondeva lor bruscamente di non esser già un leone, o un orso, stampata a que’ tempi, ma senza data , in quarto, congedasi presso il eh. sig. don Jacopo Morelli in \ enezia. Esa è intitolata: Petri Marsi funebris Oratio habita runae in obitu Pomponii Laeti; ed è probabile che in Roma, ove fu delta, fosse ancora stampata, benché il p. M. Audifredi non ne faccia menzione nel suo esnttisimo Catalogo delle edizioni romane del secolo. Simbra che il Marso voglia dissimulare l’illegittima nascta di Pomponio, di cui però non si può dubitare dpo la testimonianza troppo autorevole del Fontano. Ei dice che Pomponio nacque in Dianio, castello della Licania , inclito quidem patre Joanne Sancti Serenili i l Marsici , ut nunc appellant, Comite , cujus filius lUberltiS Pomponii frater natu major, et de. more srcccssor cl haeres, primus ex ea familia proavorum inaginibus ornatissima Salerni Principatum paternis et avitis opibus tituliu/ue adjecit. A meglio dissimular qr»sta taccia ci vuol làr credere il Marso che Pompon o (la cui madre però non nomina) fosse perseguitab dalla madrigna , e che per isfuggirne 1’odio egli usisse dalla paterna sua casa. Rammenta un viaggio clu allora in età giovanile egli fece, trasportandosi in Sidia , per ben intender que’ luoghi da Virgilio desoliti; e ngyiugne che ei venne quindi a Roma, ove, dici egli , ebbe a maestri prima Lorenzo Valla , poi , dop la morte di esso , Pietro da Monopoli, nel che sem.ra ch’egli sconvolga l’or din de’ tempi; perciocché abbinio veduto, per testimonianza del Sabellico, die fu pima scolaro di Pietro, poscia del Valla, a cui succdetle nella scuola. Il viaggio da me accennato descrivi più lungamente dal Marso: Ulytsem denique, dice , Homericum imitatus est. A’am felicitatem non mtninam ducens , si polytropos fieret , idest si mores uhi forum hominum vidisset et urbes, ad ipsum Septentrottem , de quo mira quaedam et quasi supra