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TERZO 9r I egli, eh’ci non avesse mai (fato orecchio ad alcuna delle calunnie contro di me sparse (da’ miei nemici. Queste parole ci scoprono qual fosse il motivo per cui Biondo fu poco accetto al papa, cioè l’invidia dei suoi rivali, i quali probabilmente lo fecer credere al pontefice reo di qualche delitto, per cui egli lo allontanò dalla sua corte. Nella prefazione però alla Italia illustrata, dettata, come or ora vedremo, da Fi •ancesco Barbaro, ma in cui egli parla a nome di Biondo, e che fu scritta circa il 1451, perciocchè vi si nominano due ambasciadori del re.Alfonso a’ Veneziani, che appunto verso questo tempo furono inviati (Script. rer. ital. vol 22, p. 1138), ei dice che crasi assentato da Roma a cagion della peste. Ma forse amendue queste ragioni si unirono a far di’ egli abbandonasse la corte romana. Aggiunge Biondo nella stessa lettera al Barbaro, che avendo egli offerta al pontefice la sua Italia illustrata, questi l’avea ricevuta con gradimento, e che ora i suoi affari erano in assai miglior condizione. In tal maniera ricuperò Biondo la grazia di quel pontefice, di cui continuò a godere nel breve tempo in cui quegli continuò a vivere. Nè meno caro egli fu a Callisto III e a Pio II di lui successori, da’ quali verisimilmente sarebbe stato sollevato a onorevoli dignità nella Chiesa, se non fosse stato congiunto in matrimonio con Paola di Antonio Michelini. Intorno al qual matrimonio, e a qualche disturbo che ne ebbe non meno Biondo che il suocero, veggasi ciò che racconta Apostolo Zeno sull’autorità di altri scrittori forlivesi. Nel 1459 trovossi presente