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LIBRO trattane qualche lettera da essi parimenti accennata (*). (*) Tra1 giureconsulti ommessi dal Panciroli si può anche annoverare Ugo Trotti ferrarese, di cui il Borsetti non fa alcuna menzione, benchè pur sia certo eli’ ei fu professore di Canoni nell’università della sua patria. Il ch. P. Ireneo Affò, tante volte da me lodato, nella libreria del convento del suo Ordine in Busseto ha scoperto un bel codice membranaceo, in cui a un trattato de Usuris di f Alessandro Ariosto min Osservante siegue un altro intitolato Egregii, ac eximii utriusque Juris Doctoris Domini Ugonis de Trottis de ludo et joco Tractatus felicites incipit. E che ei fosse ivi professore di Canoni, il dice egli stesso al fin di quel libro: Datus est per me editus libellus iste anno Domini nostri 1456 in vacationibus nati itatis dominicae , tempore quo legebam ordinariam juris canonici, imperante Illustrissimo Duce Bortio Estensi domino nostro singularissimo. Alcune curiose notizie ci somministra questo codice su certe costumanze di quell1 età. Vi veggiamo fra le altre cose indicato il corso al pallio , che faceasi talor dalle donne: De Mulieribus ad bravium currentibus. Questo giuoco era in uso in Ferrara nel dì di S. Giorgio, come narra P autore, il quale non lo scusa da peccato per l’immodestia. Nel capo de Venatione esamina se il principe possa vietarla, e porta l’esempio dal duca Borso che così avea fatto: Sic diebus nostris fecit Dux noster illustris , et verissimus patriae parens Divus Borsius Estensis, ut efJraena tam et lascivam adolescentium moltitudinem a prodigalitate averteret, et ad virtutes veras et frugem melioris vitae revocaret. E nel capo delle Maschere, o, com’egli dice, de ludo larvarum, accenna un somigliante divieto di Borso: Audivi fuisse revelatum a Sanctis Viris, quod donec Illustrissimus Dux et Dominus noster Christianissimus ac religiosissimus Princeps in hac sua florenti Civitate Ferrariae larvas prohibebit, nullo umquam pestiferi morbi languore infitiabitur. Et sunt plurimi religiosi Viri, qui affirmant,