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0 a8 -, LIBRO già in Castiglione, donde non sembra che più partisse, e ove circa due mesi appresso morì, e non potè quindi nelle feste di Natale e dell’Epifania far ciò che abbiamo udito narrarsi. Converrà dunque supporre che più anni prima ciò avvenisse. Ma il Corio dice che il cardinale d’allora in poi non mise più piede in Milano; e noi abbiamo provato ch’ei certamente vi fu nel novembre del 1442 e anzi il mentovato Ciriaco descrive l’onore con cui fu ricevuto. Aggiungasi, che non sembra in alcun modo probabile che un Milanese prendesse con tanto ardore a distruggere uno de’ principali ornamenti della sua Chiesa , e che, quando pure ei l’avesse voluto, troppo poco opportuno era il mezzo tentato per ottenerlo; che della liturgia Ambrosiana dovean aversi allora moltissimi esemplari, perchè involatone uno, ella non potesse più usarsi; e che una Messa secondo il rito Romano celebrata per forza nella chiesa metropolitana ad altro giovar non poteva, che ad irritare la plebe. Io dubito perciò, che tutto questo racconto non sia appoggiato che a una semplice tradizione popolare, e non posso a meno di non dubitarne, finchè nol veggo confermato da più autorevoli documenti (a). (a) Le ragioni da me arrecate per rivocare in dubbio il fa ito del Cardinal Branda da Castiglione contro il rito Ambrosiano hanno ora acquistata assai maggiore forza, dappoichè il ch. P. abate Casati ha osservato che dal 1440 al 1443, in cui vuolsi ch’esso accadesse, non era già commendatario del monastero di s. Ambrogio quel cardinale, che nol fu mai, ma bensì Biagio C.lnliiii (Cicereii Epist. t, 2, p. 70).