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932 L18RO s’indusse a trattare sì crudelmente quel vescovo; perciocchè essendosi Sigismondo re de’' Romani interposto per ottenergli la libertà, e avendo scritto ad Ol iando in lode e commendazione di Branda, di cui diceva fra le altre cose, che nella nunziatura sua d Allemagiia erasi conciliata la stima e l’ammirazione di tutti que’ popoli , egli sotto falsi pretesti rigettò le premurose istanze di Cesare, e solo s’indusse a trarlo dalla prigione, quando i parenti di Branda gli ebber pagati 1000 ducati d’oro in Venezia, e 200 in Firenze. Le quali cose veggansi più ampiamente distese e comprovate con autentici documenti dal sopraccitato moderno scrittore della Storia di Piacenza (ib. p. 112, ec.). Giovanni XXIII succeduto frattanto ad Alessandro V, diede l’an 1411 un onorevol compenso a Branda de’ sofferti travagli nominandolo cardinale a’ 5 di giugno; nella qual occasione ei rinunciò la sua chiesa a frate Alessio da Seregno dell’Ordine de’ Minori altrove da noi mentovato (l. 2, c. 1). E nondimeno ei fu poi detto comunemente il Cardinal di Piacenza. L’anno 1413 Giovanni XXIII lo inviò suo legato con amplissima autorità a Sigismondo re de’ Romani; singolarmente perchè lo accompagnasse nel viaggio d’Italia (Raynald. Ann. eccl. ad. h. an., n. 18), nella qual occasione ancora Giovanni da Vignate signor di Piacenza e di Lodi lo incaricò di ottenergli da quel sovrano l’investitura della seconda delle dette città; e il cardinale ne riportò il bramato favorevol rescritto (Poggiali l. cit. p. 125). Intervenne al concilio di Costanza, e in esso ottenne tal grazia presso