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902 LIBRO afferma che fu questo opera dello stesso pontefice, il quale volle con ciò assicurare al Roselli un onorato riposo negli ultimi anni di vita. Ma comunque l’autorità del Barozzi sia molto pregevole. è troppo evidente ch’ei cerca qui di coprire ciò che al suo eroe non era di molto onore; e assai più fede merita il Bertacchini, il quale narra semplicemente un fatto che a tutti dovea esser notissimo. E a dir vero, chi mai può persuaderci che Eugenio IV potesse approvare il suddetto trattato, di cui basti il dire che dal Goldasto è stato creduto degno d’essere inserito nella sua Raccolta di Trattati contra l’autorità pontificia (Monarchia, t. 1 , p. 252)? Veggiamo in fatti che, quando esso fu pubblicato, dopo la morte dell’autore, Niccolò Francesco vescovo di Trevigi e legato apostolico e Tommaso Donato patriarca di Venezia ne fecero una solenne condanna, e Arrigo Istitore domenicano l’anno ì499 alle stampe un suo libro per mostrare quanto ragionevole e giusta fosse cotal sentenza (Echard Script. Ord. Praed. t. 1, p. 897). Sembra adunque certissimo che per tal motivo incorresse il Roselli lo sdegno di Eugenio, e che se ne sottraesse col ritirarsi a Padova. Ivi ei tenne scuola per lo spazio di ventotto anni, e perciò essendo egli morto nel 1466, convien dire ch’egli vi si recasse nel 1438. Negli Elogi degli illustri Toscani si afferma ch’egli intervenne al concilio di Firenze, ma non si reca di ciò pruova alcuna. Il Barozzi ci dice gran cose della stima di cui egli godeva in Padova, dell’indefessa applicazione con cui coltivava il suo studio, c