Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/239

SECONDO 881 incombenze fino al 1449 *n cu* di vivere (V. Facciol. Fast Gymn. pat. pars 2, p. 26); e Giovanni Garzoni veneziano, che secondo il Facciolati (ib. p. 37) cominciò a leggere nella stessa università l’an 1438, e continuò fino oltre alla metà del secolo; e Paolo Dotti padovano, che ivi parimente fu professore di gran nome dal 1422 fino al i {48 (ib. p. 29, ec.); e Giovanni Verzellesi pur padovano figlio di Francesco, amendue professori (ib. p. 45) di molto grido.

III. Lorenzo Ridolfi fiorentino, di cui il Panciroli passa a parlare (c. 30), dee aver luogo tra’ canonisti più per lo studio che di questa scienza egli fece, e per le opere che in essa compose, che per la cattedra da lui sostenuta, la quale dovette essere di assai breve durata. Egli era professore in Firenze nel 1403, come da un codice ms. prova il ch. abate Mehus (praef. ad ì it Ambr. camald. p. 21 7..Ma e negli anni precedenti e ne’ susseguenti le cariche e le commissioni di cui fu onorato, non gli permisero al certo di salir sulla cattedra. I monumenti dell1 archivio pubblico di Firenze citati negli Elogi degli illustri Toscani (t. 2), e dal suddetto ab. Mehus, ci provano che fin dal 1395 ei fu mandato ambasciadore al pontefice Bonifacio IX e al re dei Romani; nel 1399 al re Ladislao; nel 1402 a’ Veneziani e all’imperadore, e a Roberto re de’ Romani, che trovavasi in Padova; nel 1404 a Innocenzo VII. L’anno 1405 fu eletto da’ Fiorentini tra i dieci di Balia destinati a trattar l’acquisto di Pisa (Cron. di Lucca, Script. Rer. ital. vol. 18, p. 861),