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880 LIBRO lasciarla fanno i {08, quando da Gregorio XII fu eletto cardinale. Egli intervenne poi al concilio di Costanza , e morì, come si è detto, l’an 1424 come si afferma da tutti gli scrittori delle Vite de’ Cardinali. Egli avea scritte alcune opere sul Diritto canonico, e se ne lodano singolarmente i Comenti sul sesto delle Decretali. i quali però non han mai veduta la luce. Di Fantino Dandolo ci ha date le più ampie e le più esatte notizie che si potesser bramare, il sopraccitato P. degli Agostini (l. c. t. 1, p. 1), a cui io rimetto il lettore che brami di esserne istruito. Era egli figlio di quel Leonardo Dandolo da noi mentovato nel tomo precedente (p. 175); e dopo aver compiuti i suoi studi nelf università di Bologna e di Padova, ottenuta in questa la laurea l’an 1401, vi fu professor per qualche anno, finchè circa il 1404 tornato a Venezia, fu dalla Repubblica onorato di cospicue ambasciate e d’insigni preture, poscia da Eugenio IV fatto protonotario apostolico, sostenne dal 1431 fino al 1433 il governo di Bologna, quindi nel 144^ ^ll C011’ seerato arcivescovo di Candia, e finalmente due anni dopo trasferito al vescovado di Padova, ove morì nel 1459 Di lui ,non si ha alle stampe che un Compendio della cattolica Fede ma altre opere se ne conservano manoscritte, alcune delle quali appartengono alla scienza di cui egli fu professore. Nomina il Panciroli nel capo medesimo Prosdocimo de’ Conti padovano , lettore di Diritto canonico prima in Padova nel 1403, poscia in Siena, indi di nuovo in Padova , e adoperato ancora in più onorevoli