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85o LIBRO fama di dolio giureconsulto; il che confermasi ancora dalle molte opere legali da lui pubblicate, che dallo stesso scrittore si annoverano distintamente. Quindi gli indecenti strapazzi co’ quali è stato indegnamente oltraggiato in certe annotazioni latine accennate dallo stesso conte Mazzucchelli, parmi che rechino disonore più all’oflensor clic all1 offeso. Ma io mi terrò lungi dal metter mano in certi argomenti, de’ quali potrebb’esser pericoloso il rinnovar la memoria. Sopra ogni cosa però deesi lodar la premura di questo illustre giureconsulto nelf emendare e nel rendere all’antica e sincera loro lezione i libri delle Pandette. Una lettera a lui scritta dal Poliziano (l. 11, ep. ult.) ci fa vedere ch’egli avea scritto a tal fine a Lorenzo de’ Medici, perchè si consultasse su un certo passo il famoso codice di esse prima serbato in Pisa, poi in Firenze; e il Poliziano mandandogli a nome di Lorenzo la copia del passo da lui richiesto loda il Bolognini dell’opera a cui erasi accinto, e desidera che da tutti gli altri giureconsulti sia in ciò imitato. Il Bolognini poi venuto a Firenze dopo la morte del Poliziano, ed avendo avuto sott’occhio le collazioni delle Pandette fatte da questo grand’uomo , di esse si valse a correggerle. Il Panciroli osserva che si conservò lungo tempo in Cesena un codice delle Pandette da lui in tal modo emendato, il cui originale trovasi nella libreria di S. Domenico in Bologna, alla quale fece egli dono di tutti i suoi libri; e su questo codice se ne » fece poi l’edizione, l’anno 1529, da Gregorio Aloandro, il quale però vantossi, ma