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J93 LIBRO è Graeco in Latimim tmnslaUie a Domino Francisco Mariotti Aretino; e perciò quella voce Domino pruova chiaramente che il titolo è stato aggiunto posteriormente , e che potè esser errore del copista l’attribuire quella versione a Francesco di Mari otto; e osserva innoltre che in un codice della biblioteca di s Marco in Firenze, che contien la medesima traduzione , non vi ha l’aggiunto Mariotti. Alla quale e ad altre riflessioni devesi aggiungere quella che evidentemente ci pruova che f Accolli seppe di greco, e che è tratta da un dei Consigli dell’Accolti medesimo citato dall’avvocato Maccioni, in cui egli dice di se stesso: Antonii de Pratoveteri opinio est Magistri mei qui me litterarum , et potissimum Graecarum, amore inflammavit. Se dunque T Accolti studiò il greco, non vi ha più difficoltà alcuna a pensare che opera di esso sieno le traduzioni or mentovate. Monsignor Mansi crede che le sole Epistole di. Diogene sieno state tradotte da Francesco Griffolini, e lo pruova colf autorità di una Storia d’Arezzo di Attilio Alessi, che si conserva nella Riccardiana in Firenze, e di cui il Lami ha pubblicato un frammento, in cui si dà al Griffolini la gloria di quella traduzione (Cat. Bibl. Riccard. p. 17). Ma l’Alessi, come osserva il medesimo Lami, vivea verso la metà del secol seguente, e non è perciò testimonio troppo autorevole. Altre riflessioni su questo punto si posson vedere nell’articolo che il Bayle ci ha dato intorno a questo scrittore. Si veggano ancora presso il conte Mazzucchelli alcune altre opere di Francesco, alle