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788 LIBRO mi pezzo di carne, e che accusati di tal furto due scolari, e posti essi in prigione, e con* fessando f Accolti d’essere egli reo, non fuse non dopo gran contrasto creduto, e fece così intendere quanto giovasse il godere della fama cF uom giusto; che avendo egli veduti una volta alla sua scuola soli quaranta scolari, gettò sdegnosamente il libro, dicendo che a sì scarso numero ei non avea mai insegnato, e che più non volle risalir sulla cattedra. Cotali ed altri simili fatti, che si leggono presso i detti scrittori , sono probabilmente, come più altre volte abbiamo osservato, tradizioni popolari ed incerte, inventate per trattenere chi legge, e autorizzate dalla volgare credulità. Certo il fatto che dicesi avvenuto in Ferrara, non potè seguire a’ tempi del duca Ercole I, come si narra; perciocchè Francesco abbandonò quella università nel 1461 , quando era duca Borso, nè più fu ivi professore. Più degni d’essere letti sono i bellissimi elogi che molti scrittori contemporanei ne hanno fatto, e che dallo stesso conte Mazzucchelli si riferiscono. Si può ivi vedere con quanta lode parlan di lui Rafaello Volterrano, Francesco Filelfo, Biondo Flavio , Giano Pannonio , Gioviano Pontano , e più altri. Io ne riferirò qui tradotti in italiano due soli; e il primo è quello che ce ne ha lasciato Paolo Cortese. Or diciam qualche cosa, dice egli (De Homin doct. p. 53), di Francesco Aretino, che tra tutti i giureconsulti fu certamente il più dotto. Non v ha in tutte le belle arti e in tutte le scienze cosa alcuna o scritta , o insegnata, ch’ei non sapesse, o