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77^ LIBRO ogni altra amata e distinta; e ove per singoiar privilegio gli fu concesso di far quella scuola che più gli piacesse. Ivi egli continuò fino al 1464 almeno; ed è probabile che non molto più sopravvivesse un uomo che fin dal 1409 era stato inviato al concilio di Pisa. Queste sono le notizie che l’eruditiss avvocato Maccioni distesamente ci ha date intorno ad Antonio Minucci, e ad esse ha aggiunto inoltre quattro belle dissertazioni, nella prima delle quali riferisce gli elogi con cui parlan di Antonio gli scrittori antichi e moderni, e il difende da alcune tacce appostegli; nella seconda ne esamina le opinioni, e mostra quanto ei fosse non solo ingegnoso giureconsulto, ma critico ancora e colto assai più che non fossero gli altri a quel tempo; nelle ultime due tratta principalmente dell’Opera feudale d’Antonio. Io non ho che aggiugnere a ciò che questo valentuomo ne ha scritto, presso il quale si potrà ancora vedere una piena notizia di tutte l’opere d’Antonio. E così avesse ogni uomo illustre nella letteratura avuto un sì diligente illustratore della sua vita, come questi ha fatto riguardo a questo giureconsulto.

XVI. Fioriva al medesimo tempo Angelo Gambiglioni di Arezzo , di cui, dopo il Panciroli (c. 102), ci ha date esatte notizie il co. Mazzucchelli (Se ri IL ital. t. 3, par. 2, p. 998, ec.), tratte singolarmente dalla Vita che ne scrisse Tommaso Diplovataccio. Aggirossi Angelo ancor giovane per le più famose scuole italiane, ed ebbe a suoi maestri in Bologna Giovanni da Imola e Floriano da S. Pietro, in Padova i