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774 L1BU0 motivo, ma certo in assai povero stato, a Roma, passò) di là al concilio di Pisa nel 1409 ove cominciò a dar pruova del suo sapere. Rendutosi perciò assai celebre, fu chiamato l’anno i.\ i o a leggere le Istituzioni e poi il Digesto nuovo in Bologna, ove si trattenne per molti anni. Questo soggiorno però fu talvolta interrotto e dalla sua gita al concilio di Costanza, ove dalfimperador Sigismondo fu dichiarato conte e consiglier dell’Impero, ed ebbe il comando di riordinare i libri feudali e da qualche altro viaggio che fece a Firenze, a Pratovecchio e a Torino, ove fu chiamato per lite di grande importanza. Tornato a Bologna, compose ivi il suo Repertorio o Lessico giuridico, stampato poi in Milano l’anno 1481 , opera assai lodata a quei tempi, e che dal suo autor medesimo fu gloriosamente difesa contro un professore di Siena, che l’avea accusato di un testo supposto. Più altre opere pubblicò ivi Antonio, che furon poscia stampate, come i Repertorj sopra quelle di Bartolo e di Baldo, e i Comenti sopra alcuni de’ libri legali. Ma singolarmente attese egli in Bologna alla riordinazione delle Leggi feudali ra»:colte già, come altrove abbiam detto, da Oberto dell:Orto e da Gherardo de’ Negri, e accresciute poscia e illustrate, o, per meglio dire, oscurate da altri. Egli dunque le emendò, le corresse, le dispose in ordin migliore, e così pubblicolle verso il 1428, indirizzandole all’università di Bologna. Quest’opera, che dovea meritare ad Antonio gli applausi di tutti i giureconsulti, eccitò anzi contro di lui la loro invidia, per quel dispiacere che soglion gli