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SECONDO 77I iefici, a’ Fiorentini, e ad altri principi, e sollevalo nella sua patria ad onorevoli magistrati. Finalmente in età di 73 anni finì di vivere, non già nel 1462 come alcuni hanno scritto, ma qualche anno almeno dopo il 1476, benchè mi sembri difficile ciò che afferma il Fabbrucci, cioè che ciò avvenisse nel 1494 Oltre i Consigli già mentovati, ne abbiamo ancora Conienti sul Codice e sul Digesto.

XIV. Fra questi pacifici professori della giurisprudenza che visser contenti della lor cattedra , e degli onori e dei premj che lor ne venivano, ne incontriam due che dall’insegnare — nelle scuole passarono a maneggiare i pubblici affari, ma con poco felice successo. Il primo è Gregorio Lampugnano milanese. Era questi, come afferma il Panciroli (c. 98), professore in Pavia , e ne son pruova le Letture sul Diritto civile e sul pubblico duini composte, che l’Argelati dice (Bibl. Script, mediol, t. 2, pars 1, p. 763) di aver vedute citate nel Catalogo della Biblioteca del re di Francia Francesco I, ma che non trovasi nel Catalogo della real Biblioteca di Parigi. Niuna menzione però io ne veggo negli Atti di quella università. L’anno 1447. morto il duca Filippo Maria, nelle funeste discordie che sconvolsero lo Stato di Milano, egli insieme con Antonio Trivulzi, Teodoro Bossi e Innocenzo Cotta fu trascelto dal popolo a difensore della comun libertà, che sembrava allora bramarsi da tutti (Simon. De reb. gest. Fr. Sfort l. 9, val. 21 Script. rer. ital. p 31)8). Ma, come suole avvenire in una non ben ordinata repubblica, ogni cosa fu presto