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SECONDO 767 clic nel ricondurre i Boemi alla Chiesa. Ne fa poi nondimeno elogi grandissimi, dicendo che egli era uomo di sì profonda memoria, che non cedeva ad alcuno de’ più rinomati in tal genere; che qualunque cosa avesse egli veduta, o udita, o letta, l’avea sempre presente; e che disputando, recitava interi squarci del Codice, come se lo avesse sott’occhio. Conchiude finalmente ch’ei sarebbe stato uom senza uguale, se avesse avuta più lunga vita; ma che una troppo immatura morte venne a rapirlo nello stesso concilio, avendo egli appena passati i 30 anni di età. E veramente gli scrittori di que’ tempi ne parlano come d’uomo di memoria e di saper prodigioso. Biondo Flavio lo dice Jurisconsultorum Consultissimus; Rafaello Volterrano lo loda come uomo di fatica e di studio grandissimo e di singolare memoria; ma aggiugne insieme: caeterum ineptus diciturfuisse (fuisse Comment. urbana. l. 21), il che deesi intendere nel favellare; nel che Lodovico, se crediamo all’Aleiat 1 citato dal Panciroli, era sì infelice, che qualunque cosa da lui recitata sembrava vile e spregevole. Bello è ancora F epituflio poetico in onor di esso composto dal medesimo Enea Silvio, che vien riferito dal Panciroli, presso cui più altre notizie si potranno vedere di questo celebre giureconsulto. Ciò che è più a stupire, si ò che un giovane morto in età di 30 anni potesse scrivere tanto, quanto pur egli scrisse; giacchè abbiam molti tomi de’ suoi Comenti sopra i libri delle Leggi romane, di Consigli, e di altre cose legali, delle quali opere si può vedere il catalogo