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762 LIBRO tomba. Or se il Savonarola scrisse quel libro, come è probabile, prima di partire da Padova, e s’ei recossi a Ferrara, come dalle cose già dette di lui parlando par che raccolgasi, poco dopo l’anno 1436, sembra ancora che verso quel tempo fosse Paolo già morto. Gli fu poscia di fatto innalzato il sepolcro nella chiesa de’ Servi da Niccolò di lui nipote e canonico di Padova colf iscrizione che dal Panciroli si riferisce. Questo scrittore accenna ancora gli elogi con cui parlan di lui i posteriori giureconsulti, alcuni de’ ’ quali gli danno il primo luogo dopo il gran Bartolo, e se n’è quindi formato il latino proverbio: Si Bartolus non fuisset, ejus locum Paulus tenuisset. Già abbiamo accennate le opere da lui composte, che sono singolarmente comenti sul Codice e sul Digesto. Il Panciroli accenna qui ancora e Angelo di lui figliuolo , che per quarant’anni fu professore in Padova dell’uno e dell’altro Diritto, e il suddetto Niccolò figliuolo di Antonio, e che in Bologna e in Pavia e in Padova spiegò parimente le Leggi ecclesiastiche; e nomina in questo capo medesimo alcuni altri giureconsulti, e fra essi Pietro Barbo da Soncino, di cui migliori notizie si troveranno presso il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2 , par. 1, p. 3 a3, ec.). A me sia invece permesso l’aggiugner qui un cenno di un altro figliuol di Paolo detto Giovanni, che io non so se fosse uomo di lettere, ma pure non dee passarsi sotto silenzio, perchè fu il primo scopritore in Italia dell’alume di rocca. Ne abbiam la notizia nell’antica Cronaca italiana di Bologna all’anno 1462. L’Alume (li